Trecchina: il paese delle castagne e del pane
Il Comune di Trecchina è situato in un’area territoriale molto affascinante grazie alla presenza dei boschi lussureggianti e smeraldini dei monti circostanti: Monte Coccovello (1505), Monte Crivo (1277), Serra Pollino (1099) e Monte Messina (oltre 1000 m), ed è attraversata dal Fiume Noce e dal Torrente Prodino. In località “Passo la Colla” c’è il famoso “Giardino Belvedere”, un punto panoramico dal quale si può ammirare l’orizzonte caratterizzato dai monti e dalla splendida valle dove scorre il Noce. Trecchina confina con i comuni di: Lauria (PZ), Maratea (PZ), Nemoli (PZ) e Rivello (PZ) e Tortora (CS).
Affascinante è la storia del paese la cui origine sembra risalga al 480 a.C. quando gli abitanti della greca Heraclea Trachinia, per sfuggire all’invasione di Serse che attaccava i Greci alle Termopili, si insediarono in questo luogo che prese lo stesso nome della città greca; nel IV secolo a.C. i Romani qui fondarono un “castrum” e, verso la fine del III secolo a.C., questi luoghi divennero oggetto delle scorrerie di Pirro lungo il fiume Noce. Presumibilmente, nel 410 a.C. Alarico costruì una roccaforte sul fiume Noce, poi distrutto dai Saraceni. Successivamente giunsero i monaci Basiliani che contribuirono alla diffusione del cristianesimo ai quali succederanno le dominazioni di Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi e Spagnoli, e nel XIII secolo fu la volta degli Aleramici, un’importante famiglia feudale piemontese di origine franca, qui giunta probabilmente in conseguenza della crociata contro gli Albigesi indetta da papa Innocenzo III. La presenza di coloni di lingua galloitalica influì sul dialetto locale di Trecchina definita dal filologo, linguista e glottologo tedesco Gerard Rohlf “un’isola linguistica gallitalica”.
L’agglomerato urbano è caratterizzato da due nuclei con un diverso impianto urbanistico architettonico perfettamente in armonia: il “Castello”, dove insiste l’antico borgo medievale e sopravvivono i ruderi di un maniero baronale del ‘500, insediato su uno sperone roccioso carbonatico a strapiombo sul Fiume Noce, e il “Piano”, l’attuale centro abitato, adagiato su un lembo di terrazzo lacustre pleistocenico, pianeggiante. Dal castello parte un intrico di viuzze e vicoli stretti che confluiscono nella bella Piazza del Popolo, il centro della vita trecchinese, dove si trovano alcuni palazzi di stile liberty, che si affacciano sul viale Jequiè tra cui l’ex Palazzo Scarpitta e il Palazzo Mainone, oltre alla Chiesa Madre di San Michele Arcangelo, realizzata fra il 1840 e il 1878, affrescata da Mariano Lanziani (sec. XX). Altro elemento architettonico di interesse è il Santuario della Madonna del Perpetuo Soccorso che sorge sul Monte Santa Maria a 1099 mt, edificato nel 1926 su un’antica cappella del XVI secolo realizzata da monaci eremiti, che custodisce la venerata statua della Madonna del Soccorso che con un bastone difende un bambino che sta per essere ghermito dal demonio.
Molti sono i personaggi famosi la cui vita è in qualche modo intrecciata con Trecchina e, tra questi, spiccano il brasiliano Emerson Fittipaldi, campione di Formula 1, Antonio Lomanto, già Governatore dello Stato di Bahia, Sante Scaldaferri, noto pittore contemporaneo, che hanno origini trecchinesi; Giovan Battista Basile parla di Trecchina ne “Lu cunto de li cunti” del 1634; lo scrittore, poeta e politico Giorgio Bassani amava sostare nella piazza di Trecchina che definiva un ‘salotto’, trascorrendo ore in un’antica pasticceria in cui la proprietaria preparava bocconotti e dolci alle noci.
Una suggestiva attrazione è il “Parco delle Stelle”, realizzato sul Monte Serra Pollino a 1030 mt, che offre diverse attività tra giochi e divertimenti con una slittovia, una grande altalena, una pista di tubing, un’area volo per parapendio, una pista downhill lunga 4km e il percorso equestre, oltre ad aree picnic e punti ristoro.
Le tradizioni ed il folklore trecchinesi sono caratterizzati da due eventi: la Sagra della castagna che si svolge ogni anno ad ottobre, e il Carnevale con la tipica figura del Cantacronze, il cantante di tradizionali canti, detti appunto cronze. Prodotto della tradizione enogastronomica del paese è il Pane di Trecchina (P.A.T.), un prodotto da forno, a base di farina “00”, acqua e lievito madre (detto criscito) ottenuto dalla marcescenza delle mele.
500 m s.l.m.
2149 abitanti
T.2: Trecchina-Lauria
T.2: Trecchina-Rivello
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Maratea
Maratea è in posizione dominante sul Golfo di Policastro. Il centro abitato è abbarbicato sul versante settentrionale del Monte San Biagio, incorniciato dal fitto Bosco dei Carpini.
Trecchina
L'antica Triclina si sviluppa tra lo sperone roccioso del castello, a strapiombo sul fiume Noce, e il borgo adagiato su un terrazzo lacustre pleistocenico pianeggiante.
Rivello
L'antica città lucana di Sirinos che domina la Valle del Noce, fortificata dai longobardi, è da sempre luogo amato e raccontato da scrittori e artisti.
Lagonegro
La città che guarda al Massiccio del Sirino e alla costa di Maratea, con le sue ripide scalinate e i vicoli che risalgono verso il castello feudale
Nemoli
Il borgo al centro della Valle del Noce, circondato dai boschi che incorniciano il meraviglioso Lago Sirino, residuo di un grande bacino pleistocenico.
Lauria
Lauria è il paese più popoloso della Valle del Noce. Il centro abitato si compone di due rioni: quello superiore, il "Castello" e quello inferiore, detto il "Borgo".
Latronico
Latronico è la città del benessere dove, in località Calda, sgorgano le celebri acque termali. Il centro abitato è protetto dalla mole rocciosa del Monte Alpi.
Episcopia
Episcopia domina la valle del Sinni e le sue origini risalgono all'epoca bizantina quando fu fortificata con i due torrioni e il Castello che tutt'ora connotano il centro abitato.
Fardella
Sorto intorno alla fine del XVI secolo, Fardella si trova in una vallata del Parco Nazionale del Pollino circondata da fitte aree boschive.
Chiaromonte
Situato in un'area abitata sin dall'Età del Ferro, il centro storico di Chiaromonte è stato fortificato a partire dal medioevo a guardia della valle del Sinni e del Serrapotamo.
Senise
Uno dei principali centri abitati del Parco del Pollino, Senise si sviluppa nella valle del Sinni nel contesto dello splendido scenario della diga di Monte Cotugno.
Francavilla in Sinni
Francavilla sorse intorno alla Certosa di San Nicola, in un contesto ambientale e naturalistico di grande pregio tra zone montane e medie colline.
San Costantino Albanese
Il casale di Shën Kostandini fu fondato da comunità provenienti dall'Albania nel XVI secolo: la lingua e le tradizioni arbëreshe sono tuttora vive.
San Paolo Albanese
È il comune più piccolo della Basilicata, arroccato in posizione dominante sulla valle del Sarmento. San Paolo è stato fondato da gruppi di profughi albanesi nel XVI sec.
Cersosimo
Cersosimo sorge a confine con la Calabria in un'area abitata sin dal IV sec. a.C. Il suo nome deriva dal monastero bizantino dedicato a Santa Maria di Kyr-Zosimo.
Noepoli
L'antica Noja, di origini enotrie e lucane, sorge tra il Sinni e il Sarmento in un paesaggio suggestivo segnato da imponenti pareti e guglie rocciose.
San Giorgio Lucano
Fondato nel XVI secolo ad opera di profughi albanesi, il paese sorge in collina sul fiume Sarmento in un paesaggio contrassegnato da numerose grotte tra i calanchi.
Valsinni
L'antica Favale domina la Valle del Sinni arroccata intorno al castello dove oggi il Parco letterario rievoca la breve e sfortunata esistenza della poetessa Isabella Morra.
Colobraro
Antico centro basiliano, Colobraro sorge su uno sperone argilloso che fronteggia Valsinni, intorno al castello di epoca medievale da cui si domina la Valle fino allo Jonio.
Tursi
Il paese della "rabatana" sorse in un'area densamente popolata sia dagli enotri che dai greci; un paesaggio epico a cui ha dato voce il poeta tursitano Albino Pierro.
Rotondella
Per la straordinaria posizione panoramica, Rotondella è detta il "Balcone dello Jonio": dalla sommità del paese, infatti, l'orizzonte spazia dal Pollino alla costa magnogreca.
Nova Siri
Sorto come avamposto militare in epoca bizantina, al confine con la Calabria, Nova Siri rievoca la celebre Siris magnogreca attestata da Strabone.